
di Fabrizia Fedele
Annie Ernaux, L’evento, L’Orma editore. La discesa agli inferi di una studentessa universitaria alle prese con una gravidanza non voluta, quando in Francia l’aborto non era ancora legale. Siamo nell’ottobre del 1963, a Rouen. Qualche settimana più tardi veniva ucciso Kennedy. La giovane in questione è la scrittrice stessa che documenta in modo lucido e dettagliato sulla sua agenda la cronologia degli avvenimenti: dalla scoperta di essere rimasta incinta al ricovero in ospedale. Dopo tanti anni decide di scrivere un libro su questa vicenda personale, riproponendo il tema dell’aborto con tutte le sue conseguenze e implicazioni umane, psicologiche e sociali. Così riviviamo insieme all’autrice tutte le tappe che lei ha vissuto e proviamo, almeno in parte, i sentimenti che lei ha provato. La sorpresa di essere rimasta incinta, il panico e la subitanea decisione di abortire, il percorso attraverso la clandestinità, l’insensibilità maschile mista alla fascinazione per il proibito, il coraggio di affrontare qualcosa di irrimediabile e la solitudine estrema nel percorrere questo viaggio che attraversa la vita e la morte. In fondo al tunnel, la salvezza fisica e morale e la consapevolezza di essere cambiata per sempre, di essere diventata donna, malgrado tutto, passando attraverso il sacrificio di una vita.
A conclusione di questa tragica esperienza, che definisce “un’esperienza umana totale, vissuta dall’inizio alla fine attraverso il corpo”, la Ernaux, che a distanza di anni, ha elaborato questo “evento” riuscendo ad accettarlo come un fatto vissuto e superato, affida alla scrittura una missione rivelatrice: “ le cose mi sono accadute perché potessi renderne conto”, scrive, e aggiunge che forse lo scopo della sua stessa vita è proprio “che il mio corpo, le mie sensazioni e i miei pensieri diventino scrittura”.
E noi le siamo grate per averci reso partecipi di questa sua esperienza estrema che ci obbliga ad interrogarci ancora sul significato dell’aborto e su questioni che ci riguardano tutte. Una “doccia fredda” in un momento storico in cui, considerati “scontati” certi diritti, come quello all’aborto, c’è stato il tentativo da parte di qualcuno di banalizzarlo e da parte di qualche altro di rimetterlo in discussione. Un libro da leggere d’un fiato. Merci Madame Ernaux!
Buongiorno, leggendo la recensione ho trovato molto interessante l’aspetto della scrittura come “missione” che la Ernaux porta avanti nei suoi libri. In questo caso, cioè riguardo l’aborto che la scrittrice ha vissuto, questa “missione” ha una forza enorme. Penso che solo una donna possa avere il coraggio di scrivere così.
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Cara Anastasia sono d’accordo con te. Le donne hanno un gran coraggio nel raccontarsi anche nei momenti più tragici della propria esistenza.
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Questo blog è nato anche per questo
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Infatti questo blog mi piace molto 🙂
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