di Gabriella Mazza

Isabella beve succhi di frutta.
Le sono sempre piaciuti e, per sviluppare la sua indipendenza, sin dall’inizio abbiamo privilegiato i succhi nelle confezioni monodose in tetrapak con la cannuccia.
Isa ha imparato abbastanza facilmente ad aprire la cannuccia e a inserirla nell’apposito foro per bere il suo succo di frutta.
Per anni ha bevuto solo succhi al gusto Ace e solo quelli della Coop.
Quando poi le ho insegnato a prepararsi la colazione da sola ho pensato che se invece di chiedere a me Isa fosse stata in grado di prendersi da sola il succo, io avrei acquistato un po’ di libertà e lei un po’ di autonomia.
Per questo motivo ho cominciato a mettere una certa quantità di succhi monodose accanto al contenitore dei biscotti che Isa mangiava al mattino, così lei, arrivando, avrebbe potuto prendere succo e biscotti e fare colazione in completa autonomia, senza aver bisogno di chiedere niente.
Così è andata.
Qualche tempo prima avevo provato a inserire altri gusti e, solo dopo molte prove, ero riuscita a farle bere anche un succo alla pesca, alla pera e all’albicocca.
La situazione era stabile: Isa beveva il succo in confezioni tetrapak monodose in diversi gusti (pesca, albicocca, pera e Ace), prediligendo in modo particolare quelli alla pesca ed era in grado di prenderli dal mobile della dispensa in completa autonomia (quando non ce n’erano più nella dispensa, veniva a chiedermi il succo).
Allora ho pensato che poteva essere il momento di inserire un elemento di novità che avrebbe aiutato Isabella ad accettare i cambiamenti.
Ho detto ad Alberto, che si occupa della spesa, di comprare i succhi in bottiglia, per provare a dare a Isa il succo versato in un bicchiere.
Quando Alberto è tornato con il succo in bottiglia da un litro, io come al solito piena di entusiasmo, ho versato del succo in un bicchiere e, appena Isa è venuta in cucina, l’ho intercettata e le ho detto di bere il succo, porgendole il bicchiere. Isa mi ha guardato un po’ perplessa, un po’ interdetta e mi ha detto: “Succo”. Allora io ho ripetuto: “Isa, questo è il succo. Dai, bevilo, è nel bicchiere.”. Ma Isa ha detto no, per cui ho lasciato stare.
Ho pensato di riprovarci la volta dopo. Isa è rigida, non vuole accettare questo cambiamento, d’altronde me lo aspettavo.
Ho colto l’occasione successiva e, quando Isa mi ha chiesto il succo, le ho riproposto quello in bottiglia. Questa volta le ho fatto vedere che lo versavo nel bicchiere e le ho detto: “Isa, questo è succo, il succo alla pesca!”, ma lei mi ha guardato sempre perplessa, ha detto di nuovo no e ha ripetuto: “Succo!”.
Lì ho capito che per Isa il succo in bottiglia, quello che le proponevo nel bicchiere, non corrispondeva al concetto di succo che aveva lei in mente, perché Isa riconosceva rispondente alla parola “succo” solo quello nella confezione monodose in tetrapak.
Così ho provato ad alternare: quando mi chiedeva il succo, a volte le davo quello in bicchiere e a volte quello nella confezione monodose, a volte mettevo nella dispensa solo succhi in bottiglia, a volte anticipavo la sua richiesta.
Adesso Isa prende la bottiglia, riempie fino all’orlo il bicchiere e beve il succo di frutta.