di Alice Valerio

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Photo by Jon Tyson

Luisa era una donna risoluta e non perdeva occasione per dimostrare agli altri di essere all’altezza della situazione. Quando fu costretta a rimanere a casa, a causa della pandemia da Coronavirus, scoprì che sua figlia Sophia era rimasta indietro con il programma scolastico e quindi si dovette occupare di farle recuperare i compiti. Allora, con un ritmo da collegio ecclesiastico, svegliava la bambina presto la mattina e la faceva studiare per ore, mattina e pomeriggio. Sua figlia, anche se era solo una bambina di 7 anni, doveva dare il meglio! I ritmi incessanti di lavoro rimasero gli stessi anche dopo che la bambina si rimise in pari, con la differenza che da quel momento in poi, i compiti sarebbero passati al vaglio di Luisa, che all’occorrenza era pronta a modificarli in favore di Sophia, prima di essere inviati alle insegnanti.
A fine giornata, c’era il consueto scambio di chat tra le mamme delle compagne di Sophia, in cui ognuna magnificava la rispettiva figlia e i suoi presunti eccellenti risultati scolastici: “mia figlia Cristina ha finito il riassunto in dieci minuti”, “Oggi Marianna ha preso 10 in grammatica”, “Camilla ha fatto il disegno più bello della classe”. La competizione era molto seria: Luisa non poteva permettere che sua figlia fosse superata dalle altre bambine.
La scuola, a un mese e mezzo dal termine effettivo della chiusura dell’anno, avvisò che sarebbe iniziata la cosiddetta didattica a distanza, con video lezioni e video interrogazioni. Luisa fu presa dal panico: come avrebbe potuto dare suggerimenti a Sophia, scrivere le sintesi, colorare i suoi disegni, per fare in modo che prendesse tutti 10? Durante le video lezioni le insegnanti sarebbero state presenti, a fare domande, a valutare attraverso un monitor la sua bambina, tanto vivace a casa, ma timidissima durante le lezioni.
Poi iniziarono le video interrogazioni, inaspettate e non prevedibili. Per quelle Luisa escogitò immediatamente un piano, nonostante le insegnanti si fossero caldamente raccomandate di non fornire alcun suggerimento ai bambini. Luisa invece si attrezzò: prese il computer con un monitor alto circa 23 cm, dietro cui ben nascosta si elevava una pila di libri, sui quali appoggiò un leggìo con lo schema delle tabelline illustrate fino allora studiate, oppure le mappe concettuali di grammatica, così la bambina se avesse avuto dubbi sulla risposta, facendo finta di riflettere, avrebbe potuto leggere quella esatta. Dietro quella “muraglia” Luisa si spinse addirittura ad alzare in alto dei foglietti con le risposte alle domande dell’insegnante.
Fu così che iniziarono a fioccare i 10 e quando il 17 giugno, furono consegnate le pagelle, quella di Sophia aveva proprio la media del 10.
Luisa allora il pomeriggio stesso chiamò sulla chat a raccolta tutte le mamme delle compagne di Sophia per mettere a confronto le pagelle delle bambine.
Stavolta aveva vinto lei! Sua figlia aveva i voti più alti della classe.