di Gabriella Mazza

Nei periodi difficili si va avanti a piccoli passi. È per non perdere la fiducia nel futuro che cerchiamo di restare concentrati sulla quotidianità. Mi viene in mente quella mattina in cui hanno tolto l’erogazione dell’acqua in casa. Stavano facendo dei lavori. Come tutti i giorni Isabella aveva avviato la lavatrice. Erano le 9.40, sembrava tutto a posto, ma abbiamo osservato che Isabella la guardava e aspettava. Ci siamo resi conto che la lavatrice non faceva il solito rumore e, a quel punto, ci è venuto in mente che non c’era l’acqua. Isa si è molto contrariata, si è arrabbiata, non riusciva a capire. Le ho detto: “Isa, adesso non può avviarsi la lavatrice”. Ma lei niente, urlava e piangeva. Comunque io quel giorno ho avuto chiaro, come molte altre volte, che tenere routine troppo rigide non ci aiutava e che quello che avremmo dovuto fare era alternare e variare. Far accettare a Isa gli imprevisti e i cambiamenti è molto difficile, ma in questi anni abbiamo imparato che è assolutamente necessario, anzi, era necessario trovare un equilibrio tra il bisogno di prevedibilità e la necessità di scontrarsi con gli imprevisti e i cambiamenti. Stamattina toccava a me aiutare Isabella a vestirsi. Normalmente dopo colazione Isa va in bagno e prende il suo cambio nell’armadio. In bagno c’è tutta una sequenza prestabilita che Isa fa in parte da sola e in parte aiutata da noi, poiché ha bisogno, per esempio, di aiuto fisico per infilare la maglia anche da dietro oppure per infilare bene i calzini. Io e Alberto ci alterniamo e l’aiutiamo per tutto quello che è necessario, lasciando che lei faccia da sola tutto quello che è possibile. Isa ama indossare leggings neri e, se gliene proponiamo di diverso colore o stoffa, non li accetta facilmente. In questo caso il cambiamento sembrerebbe piccolo, ovvero indossare un pantalone che non sia nero. Ma per Isabella, a volte, un tessuto o un colore possono essere particolarmente fastidiosi a livello sensoriale. É vero, i pantaloni neri sono belli: io stessa ne posseggo più di uno e quando devo indossarne uno di colore diverso faccio fatica. Per quanto riguarda Isa, però, è sempre così difficile capire qual è il confine tra quello che è un suo gusto personale e quella che è una rigidità che, se assecondata per una volta di troppo, può diventare facilmente un problema. Stamattina ho pensato di proporle un pantalone diverso, sempre della stessa stoffa, ma di colore grigio a quadri, molto british. Anzi no, prima mi era venuta un’ideona, in un impeto di entusiasmo. Ho pensato prendo i collant, una gonna e le metto gli stivaletti nuovi. Allora ho detto: “dai Isa, prendiamo la gonna e andiamo a cambiarci!”. Isa è venuta in bagno, ma diceva: “no, no, no.” Apriva il cassetto come a dire: “prendiamo un paio di pantaloni neri.” Poi le ho ripetuto: “dai, proviamo a mettere la gonna!”. Ma Isa continuava a dire di no. Allora le ho fatto un’altra proposta: “Isa, facciamo un compromesso: niente gonna, ma prova dei pantaloni di colore diverso!”. Quindi sono andata a prendere i pantaloni a quadri nell’armadio e li ho portati in bagno. Lei continuava a dire di no, aprendo il cassetto. Allora le ho detto: “dai Isa, i pantaloni neri li mettiamo dopo quando torni, adesso mettiamo questi a quadri!”. E ha funzionato! È da tempo che provo a fare così quotidianamente in tutte le cose che accadono a Isabella, dalla routine agli imprevisti. Cerco sempre di inserire un elemento di novità. Se l’elemento di novità è troppo forte per lei, cioè lei non ce la fa ad accettarlo, io comunque provo a fare un piccolo compromesso con lei e spesso funziona. Troviamo qualcosa di intermedio, come in questo caso i pantaloni grigi a quadri, tenuti per un tempo fissato che, in questo caso, era il tempo del giro in macchina. Le ho chiesto di accettare qualcosa di diverso per un tempo limitato assolutamente congruente al contesto. E ha funzionato. Isa ha indossato pantaloni grigi e a quadri, stivaletti neri e maglietta nera. Ho imparato che andarle incontro aumenta la sua flessibilità e crea tra noi un legame di complicità.