di Emilija Vasiljevic

Parli, parli…
Dev’essere importante.
Ma, il corvo nero della notte, ondeggiando le ali, si intreccia nelle tue parole.
Mormorate per me, mormorate una sinfonia di una tristezza indicibile.
Il corvo nero della notte e Tu.
E poi una pietra, chissà perché, si stacca dal costone alto a picco sul mare. Nel momento in cui pronunci la parola “separazione”, con un rumore del tutto inutile, cade nella fauci del mare.
La pietra, non Tu.
Poi una coppia di amanti si riversa fuori dall’onda della calda oscurità. Entrambi nudi.
E nel momento in cui mi offri la tua “amicizia”, ci sfiorano e, con un rumore inconcludente, si tuffano nel seno sbottonato del mare.
Ascolto:
il rotolarsi delle pietre,
lo svolazzare delle parole
il garrito degli amanti,
le sinfonia delle onde,
e, TU ?!
Aspetti la mia reazione.
-Se ho capito- chiedi.
Hai addosso dei jeans. Quelli, che ti regalai di recente. Ti disegnano perfettamente.
Sei impaziente. Ti giri verso di me. Con le mani, come fossero le ali del corvo, svolazzi…
La pantomima della fine di una illusione immensamente triste.
Mi rendo conto di quanto sei bello, di quanto sei spietatamente bello, al chiaro di questa luna…
E allora, per la prima volta questa notte, prendo la parola.
Come se avessi perso il senso della misura nella sinfonia delle onde, del tutto inutile e soprattutto inopportuna, come non fossi stata appena lasciata,
allungo le mani e grido:
-Ho una poesia per te!-