di Fabrizia Fedele

Non aver avuto figli non mi fa sentire in alcun modo.
Sono io così. Non sento mancanze, posso eventualmente raccontare com’è andata.
Ho sempre agito in una dimensione intima esistenziale. Ho vissuto la mia vita tra spinte edonistiche e sfide da portare avanti. Non volevo copie. Non volevo discepoli. Non volevo vittime. La cura dei cuccioli non mi ha mai interessato.
La malattia di mio padre mi ha messa davanti alla natura e alle sue leggi spietate.
Non c’è intelletto e raziocinio a cui appigliarsi quando si fronteggia la natura.
Ho sentito l’impulso riproduttivo e l’ho seguito.
Forse era tardi, forse il corpo era aduso a contrastare, non era pronto ad accogliere.
Ho preso atto e me ne sono fatta una ragione.
Ho elaborato.
Non ho rimpianti. Solo a volte mi chiedo come sarebbe potuto essere un essere generato da me. Che aspetto avrebbe e quale forza vitale.
Intorno a me tante donne non hanno avuto figli per ragioni diverse.
Mi capita di frequentare perlopiù donne che non ne hanno e forse non è un caso. Molto spesso sono donne single che hanno costruito una carriera professionale. Donne indipendenti.
Le senza figli.
Ognuna ha la sua storia, la sua versione delle cose e mi pare che se decidono di parlarne siano più sincere delle altre.
Almeno credo.
Anche se alla maggior parte della gente non frega niente di sapere perché hai avuto figli. E neanche perché non li hai avuti.
E’ convinzione comune che ogni donna voglia avere figli, anche se dice di no. E questo è quanto.
Quindi se sei una senza figli la maggior parte della gente si chiede se sei lesbica (o talmente cessa da non suscitare l’interesse maschile, quindi lesbica per necessità), malata, dunque impossibilitata, in altre parole esentata, o psicopatica, in tutti i casi compatita.
Mi capita spesso quando sono in taxi con mia madre e andiamo all’ospedale. Il tragitto è lungo, così dopo qualche chiacchiera sul tempo o sul traffico, certi taxisti entrano in confidenza e dicono a mia madre che anche se ha qualche acciacco, avrà di sicuro dei nipoti con cui giocare. Chissà quanto se la diverte. No dico io nessun nipote. Allora cala un silenzio imbarazzato. Qualcuno dei più coraggiosi e ottimisti, aggiunge che c’è ancora tempo, che io sono giovane. No, non c’è più tempo, chiudo.
Restano delusi, come se fosse un loro problema.
Come se non aver avuto figli fosse una sciagura.
A me viene da ridere ma mantengo il silenzio.
La cosa buona è che mi danno parecchi anni di meno.
La scelta di non essere madre l hai fatta con determinazione e serenità. Non è sempre così. Molte donne credono di non essere femminili se non procreano. E farebbero meglio a non farlo perché i figli sono una responsabilità e una fatica enorme. Credono al mulino bianco e quando scoprono i sacrifici alcune reagiscono molto male. E gli uomini? C è chi deve farne per dimostrare che è un maschio o chi ti dice che se una donna non ha figli non si sente completa. Cosa ne sa? Accenni al taxista. Vedi? Si finisce sempre sul nipotino, come è bello, come è caro. Finché un giorno te lo portano con una valigina e ti dicono: divorziamo. Lo tieni tu?
Brava Fabrizia. Scelta saggia.
Grazie
Paola
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Cara Paola, in effetti, a prescindere dalle scelte personali, il senso di questo scritto è proprio suscitare una riflessione su come la donna sente e vive in relazione all’avere o meno figli. Cercare di avere il punto di vista femminile scevro da condizionamenti sociali/familiari/affettivi.
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Un punto di vista femminile preso in considerazione solo in questa occasione.Si aggiunge al Signora o Signorina in cui ogni donna deve sentirsi schematizzata.
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